Passando da endovena a sottocute, l’ora e mezza di somministrazione si riduce a cinque minuti, migliorando la vita della paziente.
Chemioterapia sottocute in 5 minuti
Ridurre il tempo di somministrazione di un farmaco antitumorale da un’ora e mezza a 5 minuti , mantenendo gli stessi benefici. Cosa può significare? Qualità della vita migliorata e tempi di attesa in ospedale accorciati notevolmente, oltre al gran risparmio di risorse da poter reinvestire: tutto questo è possibile grazie a delle iniezioni sottocutanee di alcune molecole utili nella cura del tumore al seno e dei linfomi. Una nuova modalità di cura destinata a cambiare radicalmente la vita dei malati in meglio, oltre che l’organizzazione ospedaliera. Attraverso questa nuova modalità di somministrazione del farmaco per la chemioterapia, quindi non più per endovena, bensì sottocute, si risparmiano 60 milioni di Euro in costi sociali e organizzativi. Averceli, ma si può investire con coscienza e diventare moderatamente ricchi seguendo questi consigli: http://www.e-conomy.it/le-6-migliori-piattaforme-per-trading-online/.
Addio chemio endovena
I dati sono fonte di uno studio ALTEMS, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma. Tra i farmaci più utilizzati per affrontare alcune forme tumorali di cancro al seno e di linfoma non Hodgkin ci sono trastuzumab e rituximab, anticorpi monoclonali che hanno rivoluzionato la terapia di queste malattie. La via principale di somministrazione è sempre stata per endovena. Tale metodo richiede tempistiche molto lunghe e la presenza di un accompagnatore. Questi due elementi possono rallentare i flussi lavorativi di uno staff medico ospedaliero. E’ da anni che si sta cercando una alternativa alla via endovenosa, anche per ridurre gli effetti collaterali nel paziente. Grazie allo studio di nuovi metodi di somministrazione per alcune molecole, si è deciso di sperimentare la somministrazione di questi anticorpi mediante via sottocutanea, scoprendo innumerevoli vantaggi. Prima di tutto, alla paziente viene offerto una soluzione di cura che permette di conciliare le terapie con la routine quotidiana (niente più permessi giornalieri, visto che bastano 5 minuti). Il cancro non deve modificare il comportamento e le interazioni del soggetto, e tantomeno la cura non deve influenzarne la vita.
Più organizzazione negli ospedali
E i benefici si ripercuotono anche sulla qualità delle cure erogate. I costi economici e organizzativi legati alla somministrazione dei farmaci infatti impattano in modo rilevante sulla gestione delle strutture ospedaliere dedicate al trattamento delle malattie oncologiche. Il tempo che impiegano gli operatori sanitari a preparare il farmaco prima e ad assistere il paziente poi una somministrazione sottocutanea che dura 5 minuti si traduce in 5 ore in meno di lavoro per infermieri, medici e farmacisti per ciascuno paziente, tempo che può essere dedicato ad altro. Lo studio di ALTEMS conferma che adottare terapie brevi consentirà di ottenere massima efficienza organizzativa e operativa dei day-hospital, dimezzamento delle tempistiche di lavoro di medici, infermieri e farmacisti e un risparmio economico che si concretizza in riduzione dei costi sociali. Il passaggio dalla somministrazione endovena a quella sottocute rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione sotto il profilo organizzativo e riduce i costi dell’assistenza.