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La pandemia per le donne, due anni di Covid e i femminicidi

Ormai ci siamo tutti accorti che l’emergenza sanitaria iniziata nei primi mesi del 2020 e protrattasi fino ad ora sembra essere decisamente meno minacciosa rispetto a periodi molto critici come il primo e il secondo lockdown.

Tuttavia, la pandemia di Covid-19 non ha avuto effetto solamente sulla salute fisica delle persone e sull’economia del nostro Paese e del resto del mondo, infatti ha scatenato altri fenomeni, come l’aumento delle richieste di aiuto fatte da donne che, chiuse in casa durante i mesi di lockdown con i compagni violenti, hanno riscontrato molte difficoltà ad allontanarsi da questi ultimi dato che le disposizioni del Governo non lo permettevano facilmente.

Gli effetti del lockdown in Italia

L’emergenza sanitaria verrà ricordata da tutti come un periodo buio e per alcuni tragico, per quanto pochi di noi prevedessero un tale disastro nelle nostre vite quando abbiamo sentito ai primi telegiornali parlare di un certo virus sconosciuto all’uomo che stava prendendo piede in Oriente.

Si pensava ingenuamente di stare a casa da scuola e di lavorare da casa per un paio di settimane, ma mai avremmo immaginato di rimanere confinati entro quattro mura per mesi e mesi, mentre ogni reparto di tutti gli ospedali italiani erano pieni, si sentivano ambulanze ad ogni ora del giorno e della notte e non si potevano salutare i propri cari passati a miglior vita.

Per questo, tutti terremo a mente che da fine gennaio del 2020 è iniziata un’escalation preoccupante di vittime causate dal contagio da Covid-19, che colpiva le vie respiratorie e spesso causava gravi conseguenze come polmoniti, crisi respiratorie vere e proprie e coma indotto per essere intubati. La diffusione del virus è stata veloce e inquietante, con quasi 2 milioni di vittime di Covid in Europa, secondo i dai dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Con l’inizio del lockdown proclamato da Giuseppe Conte per preservare la salute pubblica e tentare di fermare il virus non è stato più possibile spostarsi da casa, se non per motivi ben precisi che venivano verificati dalle forze dell’ordine. Non ne sono a conoscenza molte persone, ma questo confinamento entro le mura di casa ha dato inizio ad una seconda emergenza, ossia la violenza sulle donne da parte dei mariti e dei compagni con cui convivevano e che non potevano più essere evitati. Il rapporto tra covid e femminicidio è evidente.

Femminicidio in Italia

Certo, non è una novità il femminicidio in Italia, ma la pandemia ha sicuramente acuito il problema e i casi avvenuti da quando ha avuto inizio il primo lockdown e poi è stato deciso anche il secondo. Nel periodo pre-pandemia esisteva già un’emergenza per quanto riguarda il femminicidio, quindi immaginate come possa essere andata dal 2020 fino ad ora.

Nel 2019, quindi prima dell’inizio di questa pandemia, i casi di femminicidio sono stati 111 in Italia. Attenzione, si parla solo delle situazioni in cui l’atto di violenza ha causato il decesso della donna, non di tutti gli episodi di violenza in generale che sono stati segnalati dalle vittime stesse. Quando si parla di femminicidio, inoltre, si intende un’uccisione di una donna da parte del partner intimo, che può essere sia attuale che precedente.

È ormai chiaro che in Italia il fenomeno della violenza di genere si sta aggravando sempre di più, sebbene nel lontano 2017 sia stata istituita una commissione parlamentare d’inchiesta per cercare di risolvere questo triste fenomeno. Nel frattempo, è possibile proteggersi chiamando i vari numeri di emergenza che si occupano di questi casi specifici oppure contattando le forze dell’ordine.

Una doppia emergenza tra Covid e femminicidi

Come ha constatato l’Istat, ossia l’Istituto Nazionale di Statistica, i casi di femminicidio durante la pandemia hanno creato una vera e propria emergenza nell’emergenza, raddoppiando così le problematiche psico-fisiche che il virus ha causato.

Per intenderci, secondo i dati ufficiali, nei primi sei mesi del 2020 il numero di delitti è passato dal 35% (dei primi sei mesi del 2019) al 45%, con picchi del 50% nei mesi di marzo e aprile dello stesso anno. Secondo le informazioni dell’Istat, nella prima metà del 2020 il 90% delle donne sono state uccise tra le mura domestiche dal loro compagno o ex partner, confermando quindi l’incremento dei delitti in ambito familiare che era già stato notato nel 2019.

Il numero antiviolenza 1522

Sebbene non sia sempre possibile proteggersi chiedendo aiuto all’esterno perché spesso le donne vittime di violenza vengono isolate e private di ogni possibilità di contatto, quindi non hanno a loro disposizione un telefono o altri modi per contattare qualcuno, è comunque importante sapere che esiste un numero antiviolenza da chiamare in questi casi.

Si tratta del numero 1522, che nei mesi di marzo e aprile del 2020 ha ricevuto più di 5000 chiamate, ossia il 73% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nella maggior parte dei casi sono le vittime stesse a chiamare il numero, ma in alcune situazioni anche i loro familiari hanno fatto una richiesta di aiuto.

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