Palu e Donggala tirano le somme, purtroppo provvisorie delle perdite causate dal violento terremoto e dallo Tsunami che nei giorni scorsi ha devastato l’Indonesia; a oggi i morti accertati sono 1203 e il numero sale di ora in ora.
Devastazione e desolazione
Venerdì scorso la terra ha tremato fino a un livello di magnitudo 7,5, i danni sono spaventosi due città distrutte e la costa devastata dallo Tsunami che ha colpito dopo il terremoto la popolazione; l’Ong indonesiana Aksi Cepat Tanggap ha fatto il punto della situazione e ha diffuso le prime cifre che sono destinate a salire; si sta decidendo anche per le sepolture di massa, purtroppo più che mai necessarie per ragioni igieniche, il numero elevato di cadaveri potrebbe scatenare epidemie; uno stato che il Paese già troppo provato non può permettersi.
Fossa comune
L’emergenza che vive oggi l’isola di Sulawesi è ai massimi livelli, i morti sono tanti, per questo i volontari del sistema di soccorso indonesiano hanno dovuto scavare a Poyoba, sulle colline che sovrastano la città di Palu, una fossa comune di 100 metri per seppellire oltre i mille cadaveri. l’indonesia ha lanciato un appello ufficiale con una richiesta di aiuto agli enti di soccorso internazionali; Tom Lembong, Presidente dell’Indian Investment Coordinating Board ha dichiarato che il Presidente ha autorizzato la richiesta di aiuti d’emergenza alle altre Nazioni; decine di agenzie umanitarie e organizzazioni non governative stanno già rispondendo all’appello e organizzando i convogli di aiuto.
Zone isolate
Molte zone colpite dal terremoto sono ancora completamente isolate, non sono ancora state raggiunte dai soccorsi che lottano contro le difficoltà di strade impercorribili e il grande volume di lavoro di ricerca di sopravvissuti; manca l’energia elettrica e l’acqua; a quattro giorni dal sisma i cadaveri in decomposizione iniziano a diventare un emergenza sanitaria, per questo motivo sono stati programmati 14 giorni di emergenza sepolture; fino ad ora non risultano italiani vittime del terremoto lo hanno dichiarato le fonti della Farnesina; l‘Unità di crisi, in collaborazione con l’ambasciata italiana in Indonesia e le autorità locali, segue fin dal primo momento l’andamento dell’emergenza indonesiana.