Si infittisce di dubbi e domande la vicenda del giovane ucciso domenica mattina nel corso di una battuta di caccia al cinghiale; alcuni testimoni, ovvero le persone che hanno prestato soccorso per primi al ragazzo ferito hanno dichiarato che accanto a lui c’era un fucile, ora si sta indagando per capire se appartenesse alla vittima.
Il fucile spuntato dal nulla
I carabinieri di Ventimiglia hanno sequestrato l’arma ritrovata accanto al corpo della quale non si era fatto cenno nelle prime versioni trapelate della vicenda; il fucile ora è sottoposto ad una serie di esami specifici per capire se davvero fosse di proprietà del giovane deceduto, la ricerca è concentrata su tracce biologiche e impronte.
In discussione la versione iniziale
Se il fucile risulterà essere di Nathan Labolani la sua presenza nei boschi domenica mattina cambia completamente collocazione; il ragazzo non era li come semplice escursionista che passeggiava, ma tutto è ancora tutto da verificare, la morte della vittima di quello che pare essere un incidente di caccia potrebbe essere invece legata al fatto che Nathan fosse un cacciatore di frodo che probabilmente non ha risposto al richiamo del “cinghialista” per non far scoprire la propria presenza.
Perquisizione
I carabinieri hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione del Labolani, pressi normale per quello che concerne un comune incidente di caccia; secondo alcune indiscrezioni il ragazzo possedeva anche una scorta di munizioni. Per ora tutto rimane avvolto nel massimo riserbo. La vicenda è molto delicata e vi sono molte domande che richiedono risposte; il cacciatore che ha sparato accidentalmente a Nathan ora è indagato per omicidio colposo. L’uomo ha raccontato di avere dato il consueto grido per accertarsi che dietro al cespuglio non ci fosse nessuno e non avendo ricevuto risposta ha sparato.
L’ultima telefonata al padre
La vicenda si è complicata per via del fatto che Nathan non aveva detto a nessuno dove sarebbe andato quella mattina. Era un cacciatore di frodo o un partecipante alla battuta di caccia al cinghiale? Di fatto pare certo anche se non confermato dai carabinieri che il ragazzo possedeva un fucile e delle munizioni, ma nessun porto d’armi, anche il padre ha dichiarato di non sapere dell’esistenza di quel fucile; l’uomo ha parlato con il figlio agonizzante per l’ultima volta domenica mattina quando Nathan lo ha chiamato e gli ha detto ” papà mi hanno sparato”, ferito gravemente al ventre dopo pochi minuti è spirato.